La storia dei Doors comincia nel 1965 a Venice Beach, Los Angeles. Due studenti di cinema stringono amicizia spinti dalla comune passione per la musica e la poesia. Sono Jim Morrison (1943-1971) e Ray Manzarek (1939), già membro dei Rick & The Ravens, gruppo Blues in cui suona le tastiere al fianco del batterista John Densmore (1944). Grazie al carisma di Morrison, ma anche alle digressioni allucinate dell’organo di Manzarek, ai riff del chitarrista Robby Krieger (1946) e allo stile Jazzy di Densmore, i Doors entrano nella storia del Rock proponendo un’alternativa alle buone vibrazioni del Flower Power. Il successo è strepitoso e immediato, a tratti offuscato dallo straripante, carismatico protagonismo di Morrison. Travolto dall’alcolismo e convinto a dedicarsi alla poesia, nel 1971 il cantante si trasferisce a Parigi, dove muore, per diventare uno dei miti più longevi del Rock. Molti i tentativi di reunion dei superstiti, divisi da attriti e litigi di varia natura, che impediranno a Manzarek e Krieger, opposti a Densmore, l’utilizzo del nome. Tra i tanti cantanti alternatisi al posto di Morrison, anche il leader dei Cult, Ian Astbury, all’inizio degli anni 2000. Insieme a una lunga serie di live più o meno ufficiali, sotto l’egida della Warner, da segnalare anche la ristampa di L.A. Woman, nel 2012 implementata da un inedito ritrovato negli archivi: She Smells So Nice.

 

The Doors
Elektra, 1967 – ★★★★★

Un inizio scioccante, per una delle band più chiacchierate e in vista della scena di Los Angeles: per circa un anno i Doors battono i locali della zona, impressionando il pubblico e suscitando interesse nei talent scout dell’industria discografica. Nell’album d’esordio sono in bella mostra alcuni pezzi abbondantemente testati dal vivo, pronti ad entrare nel repertorio dei classici inossidabili del gruppo: Light My Fire, Alabama Song, Break On Through, e la lunga, magnetica The End. Imprescindibile, essenziale come negli anni a venire, il suono dell’organo di Manzarek.

 

Canzone: The End

Can you picture what will be
So limitless and free
Desperately in need
Of some stranger’s hand
In a desperate land

 

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