Francesco Berni, nato a Lamporecchio nel 1496, vissuto a Firenze e a Roma, morì avvelenato a Firenze nel 1535. Tra i letterati più originali del Rinascimento toscano, sperimentò nei sonetti e nei capitoli in terza rima una maniera di far poesia opposta a quella del petrarchismo dominante. Attraverso il recupero della tradizione burlesca fiorentina del Quattrocento, Berni porta in primo piano nella poesia i fatti e le cose anche più bassi e ripugnanti dell’esperienza quotidiana, i quali, attraverso l’applicazione di un’estrosa tecnica espressiva, vengono stravolti parodisticamente o subiscono dilatazioni grottesche. La peste, il debito, l’orinale, il caldo del letto diventano alcuni dei temi di questa poesia, che vengono svolti in un linguaggio colorito, espressivo, ricco di doppi sensi. Le poesie del Berni, pubblicate postume solo a partire dal 1537, incontrarono un immediato successo ed ebbero numerosi imitatori.

Testo di riferimento: F. Berni, Rime, a cura di D. Romei, Milano, Mursia, 1985.