La stesura della Storia d’Italia fu realizzata dal Guicciardini dal 1537 al 1540, dunque negli ultimi anni della sua vita, dopo che si era ritirato dalla vita politica attiva. Consta di 20 libri e abbraccia un arco temporale che va dal 1494 al 1534, uno dei più travagliati e complessi della storia italiana. Cade in questo periodo la discesa in Italia di Carlo VIII e la lunga lotta di Francia e Spagna per la supremazia sulla penisola. Guicciardini constata con amarezza come con la morte di Lorenzo il Magnifico abbia avuto inizio la parabola discendente delle sorti d’Italia, i cui prìncipi per cecità politica hanno attirato sul suo territorio eserciti stranieri, sperando di trarre da ciò vantaggi personali. La grande intuizione dell’autore è che non abbia ormai più senso compilare delle storie cittadine e che l’Italia sia di fatto un unico grande sistema politico, la cui realtà può essere indagata solo osservando minutamente i fatti e studiando il comportamento dei personaggi nella concretezza del loro agire. Quindi la prima vera storia moderna italiana, che supera definitivamente i modelli storiografici sia umanistici sia municipali. Per quanto riguarda la forma il Guicciardini cercò di attenersi più strettamente possibile ai dettami delle Prose della volgar lingua di Pietro Bembo.

Testo di riferimento: F. Guicciardini, Storia d’Italia, a cura di S. Seidel Menchi, Torino, Einaudi, 1971.