Il Dialogo d’Ercole e d’Atlante, composto tra il 10 e il 13 febbraio del 1824, ha impostazione e stile lucianeschi. Ercole è inviato da Giove ad Atlante perché l’alleggerisca temporaneamente del gran peso del mondo che il gigante regge sulle spalle. Ma Atlante confida a Ercole che il mondo si è fatto leggero e ormai non pesa più: in esso non si avverte più alcun movimento né si sente alcun rumore. I due decidono allora di fare qualcosa per risvegliarlo, magari ricorrendo a un colpo della clava di Ercole. Convengono alla fine di scuoterlo giocandoci a palla, e neppure quando il mondo cade di mano a Ercole e batte violentemente, alcun segno di vita se ne leva. Il tema dell’operetta è il decadimento dell’umanità, ridotta nel presente in una condizione di torpore mortale.

Testo di riferimento: G. Leopardi, Operette morali, a cura di O. Besomi, Milano, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, 1979.