Dialogo di tipo platonico composto dal 14 al 19 maggio del 1824. Interlocutore un Fisico, che ha scoperto la maniera di vivere a lungo, e un Metafisico che cerca di convincerlo che il bene vero non è quello di vivere a lungo ma di vivere in maniera intensa. Gli uomini confondono una cosa con l’altra e così credono che chi vive a lungo sia felice, mentre la felicità può consistere solo in una vita piena, indipendentemente dal numero dei giorni vissuti. Del resto i miti raccontano che agli dei viene a noia l’eternità.

Testo di riferimento: G. Leopardi, Operette morali, a cura di O. Besomi, Milano, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, 1979.