Composta dal 30 aprile all’8 maggio del 1824, quest’operetta di sapore lucianesco, mista di racconti e dialoghi, immagina che gli dei sottopongano a un collegio di giudici le loro invenzioni, per stabilire qual è la più importante. Vincono a pari merito Bacco, per l’invenzione del vino, Minerva per quella dell’olio e Vulcano per quella di una pentola economica. Prometeo, che aveva partecipato al concorso presentando il modello di terra da cui erano stati formati i primi uomini, si lamenta con Momo del verdetto che aveva anteposto persino una pentola all’invenzione del genere umano. Momo ascolta con scetticismo le lamentele di Prometeo, e per dirimere la questione i due convengono di scendere a caso tra gli uomini per verificare se veramente il genere umano sia la cosa migliore che gli dei abbiano creato, impegnandosi reciprocamente con una scommessa sul risultato della verifica. Ma ciò che Prometeo e Momo incontrano sulla terra dimostra che il genere umano non è affatto la cosa perfetta che Prometeo credeva. Così questi paga la scommessa a Momo.

Testo di riferimento: G. Leopardi, Operette morali, a cura di O. Besomi, Milano, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, 1979.