L’abate Giovan Battista Casti, vissuto tra il 1724 e il 1803, fu una figura tipica di letterato del secondo Settecento, spirito libero, frequentatore delle più importanti corti europee. Gli animali parlanti, poema favolistico-satirico in 26 canti di sestine, fu pubblicato a Parigi e a Milano tra il 1802 e il 1803. Fingendo di ispirarsi a un antico testo indiano, Casti fa una vivace satira zoomorfica dello scontro tra l’assolutismo monarchico di Luigi XVI (il Leone) e i rivoluzionari repubblicani (Cane, Elefante, Tigre) raccolti in un club di oppositori. Un cataclisma finale annulla le trattative promosse dal Coccodrillo per mettere fine alla guerra tra repubblicani e realisti, e gli animali perdono le loro virtù umane. Il poema, animato da uno spirito scettico e dissacratore, ebbe straordinario successo tra i patrioti italiani.

Testo di riferimento: G. B. Casti, Gli animali parlanti, a cura di L. Pedroia, Roma, Salerno Editrice, 1987.