All’indomani del suo ritorno a Firenze, tra il 1341 e 1342, Boccaccio compone la Comedìa delle ninfe fiorentine (nota più tardi con l’improprio titolo quattrocentesco di Ninfale d’Ameto), opera in prosa con intermezzi in terza rima, che narra la storia del rozzo pastore Ameto e della sua iniziazione all’amore, grazie all’incontro con un gruppo di ninfe devote a Venere e al suo amore per una di esse, Lia. All’interno dei moduli pastorali e degli schemi allegorici trovano spazio motivi autobiografici, spunti di cronaca e l’omaggio cortese a Firenze e alle donne fiorentine.

Testo di riferimento: G. Boccaccio, Comedìa delle ninfe fiorentine (Ameto), a cura di A. E. Quaglio, Firenze, Sansoni, 1963.