Giovanni Villani, nato a Firenze intorno al 1280, esercitò attività di mercatura nelle più importanti compagnie fiorentine, intervallandole con incarichi pubblici presso il Comune. La prima idea di mettere mano alla stesura di una storia venne al Villani mentre era a Roma per il Giubileo del 1300. L’attuazione del progetto però non partì prima del 1308 e la stesura si protrasse fino alla morte dell’autore, avvenuta nella peste fiorentina del 1348. L’opera restò incompiuta. La Nuova cronica consta di tredici libri, di cui i primi sei abbracciano un arco di tempo che va dall’episodio mitico della torre di Babele fino alla discesa in Italia di Carlo d’Angiò (1265), ed è la parte più convenzionale, essendo costruita sul repertorio cronachistico medievale; per i restanti sette l’autore ha la possibilità di consultare documenti di prima mano e di riferire cose di cui egli stesso era stato testimone, mettendo un’attenzione costante e insolita agli aspetti amministrativi ed economici. Alla morte dello scrittore la sua opera fu continuata dal fratello Matteo e poi dal figlio di lui Filippo.

Testo di riferimento: G. Villani, Nuova cronica, a cura di G. Porta, Parma, Fondazione P. Bembo/U. Guanda Editore, 1990-91.