Durante il suo soggiorno alla corte di Mantova nel 1526, Aretino mise mano alla Marfisa, poema cavalleresco in ottave che avrebbe dovuto celebrare le glorie dei Gonzaga. Tuttavia l’autore non portò mai a termine il lavoro, nonostante ne pubblicasse tre canti, la prima volta nel 1532 e poi nel 1537, con dedica al marchese di Vasto. Al centro del racconto, che muove ovviamente dai precedenti di Boiardo e di Ariosto, è la figura di Marfisa, sorella guerriera di Ruggiero che, pacificatasi con Bradamante, diviene cristiana. Il genere cavalleresco, che sembra essere alieno dall’ispirazione aretiniana, porta l’autore a far ricorso a espedienti stravaganti che conferiscono ai canti il tono di un’involontaria parodia.

Testo di riferimento: P. Aretino, Poemi cavallereschi, a cura di D. Romei, Roma, Salerno Editrice, 1995. I Poemi cavallereschi di Pietro Aretino