Folengo Teofilo, Baldus
Folengo nacque a Mantova nel 1491 da nobile famiglia decaduta; fu studente a Padova, poi frate benedettino; uscito e riammesso nuovamente nell’ordine, visse gli ultimi anni della sua vita nel Veneto; morì a Bassano del Grappa nel 1544. Il Baldus, poema eroicomico in esametri, che Folengo incluse, pubblicandolo con il nome di Merlin Cocai, nell’Opus maccaronicum, una serie di testi scritti in una lingua inventata dall’autore, il “maccheronico”: lingua parodica che assoggetta parole italiane o dialettali (qui il mantovano del contado) alla grammatica e alla metrica del latino classico. Del Baldus si contano quattro redazioni, a cui corrispondono altrettante edizioni (1517, 1521, 1539-40 e, postuma, 1552), che portarono progressivamente il numero dei canti da 17 a 25. La deformazione grottesca del mezzo linguistico corrisponde a un rovesciamento radicale della tradizione cavalleresca e dei suoi valori: l’eroe, Baldo, è il capo di un manipolo di furfanti, con i quali compie avventure di ogni genere, inclusa una discesa agli Inferi.
Testo di riferimento: T. Folengo, Baldus, a cura di E. Faccioli, Torino, Einaudi, 1989.