Cafarnao

Cafarnao – Caos e miracoli
Capharnaüm
Liba.-USA-Fr.2018
GENERE: DrammaticoDURATA: 120′VISIONE CONSIGLIATA: Adatto ai minori in compagnia di un genitore o di un adulto
CRITICA: ***
REGIA: Nadine Labaki;
ATTORI: Nadine Labaki; Zain Al Rafeea; Yordanos Shiferaw; Fadi Kamel Youssef; Boluwatife Treasure Bankole;

A Beirut, il 12enne Zain vive, con una famiglia numerosa, in uno dei quartieri più poveri e disagiati della città, particolarmente legato a una sorella quasi coetanea. Maltrattato come i suoi fratelli e come la maggior parte dei bambini che vivono nelle sue condizioni, quando i genitori “vendono” come moglie la sorellina a un commerciante laido ma ricco, Zain si ribella, trascina i genitori in tribunale, denunciandoli perché l’hanno messo al mondo e fugge di casa. Incontra Rahil, una giovane etiope con un bimbo piccolo (che nasconde perché non glielo tolgano), che lo accoglie e lo aiuta. Zain si occupa del piccolo, anche quando Rahil è arrestata. Alla sua ricerca e per trovare un po’ di denaro per mangiare, Zain incontra altri bambini allo sbando, loschi trafficanti di droga e di esseri umani, tossicodipendenti. Dopo i successi del suo 1° film Caramel, la regista libanese, qui al suo 3°, parte dal tema dell’infanzia maltrattata per affrontare anche altri argomenti importanti, tutti raccontati o visti attraverso lo sguardo candido e severo e dal punto di vista profondo e traboccante umanità di Zain: l’immigrazione clandestina, i lavoratori stranieri, la condizione femminile, il ruolo dei genitori e la mancanza di affettività, il razzismo, l’importanza di possedere i documenti, non solo in quanto tali, ma come dimostrazione dell’identità, dell’esistenza stessa di un individuo. Intorno a Zain (che nella realtà ha 14 anni, è un immigrato siriano che vive in Libano, non è mai andato a scuola e si arrangia giorno per giorno), altre storie di personaggi che, come lui, la regista ha scritto e, contemporaneamente, trovato nella realtà: non sono attori professionisti, sono persone vere le cui storie individuali aderivano in modo impressionante a quelle dei personaggi del suo film. La Labaki illustra una realtà cruda e spiazzante con la ferma convinzione – forse un po’ idealista – che il cinema possa essere un potente strumento di informazione e di induzione alla riflessione o al dibattito, ma anche di lotta. E si sente. Premio della Giuria a Cannes 2018 come miglior film straniero. Cafarnao = luogo dove c’è molta confusione e disordine.