critico

Il critico è un voyeur: solo, al buio, davanti a una grande finestra spia la vita altrui. La condizione del critico è come quella di un eunuco nell’harem: passa il tempo a contemplare quel che gli è precluso e proibito (E. Kazan). Il critico deve sapere di letteratura, teatro, arte, musica, ed è un parassita: la base del suo lavoro è quel che per la maggior parte degli altri è uno dei modi di occupare il tempo libero. Il suo primo dovere è di non adeguare (o adattare) al suo livello le opere di cui parla. Lo scrivere facile (divulgare semplificando) non è l’equivalente dello scrivere chiaro (raccontare spiegando, andando in profondità). Meglio se sbaglia per generosità che per avarizia, per eccesso di immaginazione che per miopia.

Morando Morandini, critico cinematografico

 

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