Leonardo da Vinci

Nell’ultimo mese sono state celebrate due date importanti per la figura di Leonardo da Vinci: la sua nascita, che risale al 15 aprile 1452, e la sua morte, avvenuta cinquecento anni fa il 2 maggio 1519. Soprattutto all’estero, potremmo sentirlo chiamare “il da Vinci”; noi italiani preferiamo ricordarlo come Leonardo, sapendo che “da Vinci” non indica altro che il luogo di nascita: Leonardo di Ser Piero da Vinci (questo il nome completo) era infatti nato ad Anchiano, una frazione di Vinci, oggi in provincia di Firenze. Le ricorrenze leonardiane ci danno modo di parlare di moltissime parole, vista la ricchezza della biografia e della produzione artistica di questo personaggio irripetibile.

Leonardesco

Per esempio, fuori da Milano non tutti sanno che Leonardo ebbe a che fare anche con i Navìgli, dato che nel 1482, appena arrivato in città, venne incaricato da Ludovico il Moro di studiare un sistema che rendesse possibile la navigazione dal lago di Como a Milano (che comprendeva alcuni dislivelli piuttosto importanti): di quel progetto esistono molti schizzi preparatori, oggi conservati al Museo dei Navigli. Leonardo, infatti, era contemporaneamente un esperto di ingegnerìa, di meccànica, di idrologìa (lo studio della natura e delle proprietà chimiche e fisiche delle acque continentali, sia di superficie che sotterranee) e di idràulica (la scienza e tecnica che si occupa dei liquidi, spec. dell’acqua, in quiete o in moto); l’acqua era la sua grande passione, tanto che vi dedicò molte annotazioni sparse per i suoi scritti, anche se non completò mai il suo progetto del Libro dell’acqua.

Leonardo è conosciuto nel mondo per i moltissimi protòtipi (dal greco prōtótypos ‘che è primo tipo’, termine arrivato in italiano passando dal latino) di macchinàri e marchingégni vari (noti globalmente come “le macchine di Leonardo”) che sono stati in qualche modo progenitori di invenzióni (latino inventiōne(m), da invĕntus, participio passato di invenīre ‘trovare, inventare’) molto più recenti; abbiamo così il prototipo del paracadùte, in legno e cotone, disegnato nel Codice Atlantico come una struttura piramidale a base quadrata; dell’elicòttero, riconducibile alla vite aerea, azionata dalla forza di quattro uomini; del robot, che Leonardo in qualche modo anticipò costruendo un leone meccanico per papa Leone X, un automa in grado di camminare grazie a un sistema a molla. A proposito: il termine robot deriva dal ceco ròbota ‘lavoro’: il nome venne inventato dallo scrittore ceco K. Čapek (1890-1938) per gli automi che agivano nel suo dramma R.U.R.; in Italia lo pronunciamo o /robó/ alla francese, o /robòt/ o /ròbot/, che sarebbe la pronuncia etimologicamente più corretta.

Ancora, altri prototipi leonardiani sono il càrro armàto o càrrarmato, che Leonardo ideò a forma di testùggine (un animale simile alla tartaruga) e armato di cannoni, azionato da otto uomini; la tuta da palombàro, descritta nel Codice Atlantico come una mùta composta da giacca, pantaloni e una maschera con un tubo per fornire aria dall’esterno; il pónte girévole, che poggiava su barche o botti e poteva ruotare grazie all’azionamento di un àrgano (dal latino parlato *ārganu(m), dal greco tà órgana, plurale di órganon ‘attrezzo’).

Leonardo non era solo un ingegnoso inventore, ma anche uno scienziato sin troppo “spinto” per i canoni dell’epoca: già gli studi sull’acqua erano considerati sovversivi, per non parlare del fatto che Leonardo rischiò un’accusa di negromanzìa o necromanzìa (antica arte dell’evocazione degli spiriti e degli spettri dei morti, fondata su pratiche occulte, per predire il futuro o conoscere l’ignoto) dato che usava dissezionare i cadaveri (per scopi scientifici, ovviamente!) nonostante i divieti della Chiesa. Non è un caso, insomma, se attorno alla sua figura sono sempre esistiti miti e leggende di ogni sorta.

Mentre di statue ne abbiamo una sola attribuita al genio di Vinci – una Madonna con il Bambino conservata al Victoria&Albert Museum a Londra, sulla cui paternità non tutti concordano –, abbiamo moltissimi disegni e pitture, la maggior parte dei quali è davvero nota a tutti: l’uomo vitruviano, la dama con l’ermellino, l’autoritratto con la lunga barba (nel quale, a ben pensarci, Leonardo ricorda un po’ Albus Silente, il preside di Hogwarts, la scuola per maghi della serie di romanzi di Harry Potter!)… per non parlare del Salvator Mundi, recentemente al centro di un intrigo internazionale con relativa messa in dubbio dell’autenticità del dipinto.

Non possiamo, ovviamente, dimenticare l’Ultima cena detta anche il Cenàcolo (che anticamente indicava la sala in cui si cenava e, per antonomàsia, il luogo nel quale Gesù e gli Apostoli consumarono l’ultima cena; solo successivamente si usò per riferirsi a un dipinto che rappresenta l’ultima cena di Gesù con gli Apostoli, e che spesso decora una parete del refettorio di un convento). Per questa opera murale Leonardo, che non amava la tecnica dell’affrésco a causa della rapidità di esecuzione richiesta, decise di adottare la tecnica tipica della pittura su tela, scelta che però ha compromesso la conservazione del dipinto, richiedendo significativi e lunghi interventi di restauro.

Su tutto il resto della produzione di Leonardo svetta, in quanto a fama, l’enigmatico mezzo sorriso della Gioconda (‘lieta’), nota anche come Mònna (diminutivo di Madonna) Lisa, che ha affascinato le persone per secoli – tanto che Napoleone se la volle appendere in camera!

Forse meno nota è la produzione di disegni e bozzetti tra il grottésco e il caricaturàle di Leonardo, che amava volti particolarmente brutti e deformi: esempi di questo filone della sua arte sono conservati presso molti musei. E a proposito dell’aggettivo grottésco, una nota etimologica: deriva proprio da gròtta perché il riferimento è alle curiose figurazioni scoperte alla fine del Quattrocento nelle grotte, com’erano chiamati popolarmente i resti della Domus Aurea a Roma. Il termine caricatùra, invece, deriva da uno dei tanti significati del verbo caricàre, ossia quello di ‘esagerare’: la caricatura, infatti, esagera i particolari di ciò che va a illustrare.

Instancabile e curiosissimo, Leonardo fu architetto, pittore, scultore, disegnatore, trattatista, scenografo, anatomista, botanico, musicista, ingegnere e progettista. A me potrebbe decisamente bastare una parte infinitesimale della sua sapienza e della sua sete di conoscenza!