La parola di oggi è: résurrection

Les Mots du Jour per ricordare Marcel Proust. Continua il viaggio di Le Mot du Jour tra le parole dedicate alla memoria, ai ricordi e alla “Recherche” proustiana, in occasione del centenario dalla morte dello scrittore francese.
 

résurrection /ʀezyʀɛksjɔ̃/
s. f.resurrezione (relig.) la résurrection de la chair, la resurrezione della carne
résurrectionnel /ʀezyʀɛksjɔnɛl/ agg. [f. résurrectionnelle](lett.) della resurrezione, relativo alla resurrezione: le dogme résurrectionnel, il dogma della Resurrezione.


APPROFONDIMENTI

L’estensione del sostantivo résurrection al campo della storia umana risale al tardo Seicento, quella del verbo ressusciter a circa un secolo prima. C’è un filo rosso che lega storicamente questi termini e permette di considerarli caratteristici della cultura francese. Come attesta Lucien Febvre (1878-1956), lo storico Jules Michelet (1798-1874) pensava che la storia umana avesse un senso e, quindi, che la storiografia fosse una forma di résurrection du passé. Flaubert, in una lettera compresa nella Correspondance, a proposito della preparazione di Salammbô (1862) scrive che poche persone sono in grado di capire a quale grado di tristezza bisogna precipitare per potere ressusciter Carthage. Nella lunga analisi che in Le Temps retrouvé (1927) Marcel Proust dedica al significato della memoria involontaria, si dice che questo tipo di ricordi è una résurrection di ciò che è più vivo in noi, ma che giaceva come seppellito sotto la strato polveroso della habitude. Anche Baudelaire sembra condividere l’idea della résurrection di epoche, attraverso il ritorno periodico di determinati fenomeni e idee.