eròe / eˈrɔe/
[vc. dotta, lat. herōe(m), dal gr. hḗrōs, genit. hḗrōos, di etim. incerta av. 1498]
s. m. (f. -ina (V.), -éssa)
1 in molte mitologie, essere intermedio fra gli dei e gli uomini che interviene nel mondo con imprese eccezionali | nella mitologia greco-romana, figlio nato dall'unione di un dio o di una dea con un essere umano e dotato di virtù eccezionali
2 (est.) chi sa lottare con eccezionale coraggio e generosità, fino al cosciente sacrificio di sé, per una ragione o un ideale ritenuti validi e giusti: morire da eroe; battersi, sacrificarsi da eroe per la fede, per la scienza, per un'idea politica | (est.) uomo illustre per virtù eccelse e in particolare per valore guerriero: gli eroi del Risorgimento | l'eroe dei due mondi, (per anton.) G. Garibaldi | (iron.) persona coraggiosa solo a parole: eroe da poltrona | fare l'eroe, detto di chi vuole affrontare rischi o pericoli senza una vera necessità
3 personaggio principale di un'opera letteraria, teatrale, cinematografica: eroe omerico, ariostesco; gli eroi del cinema americano; tutti gli eroi e le eroine dell'Ibsen sono protesi nell'aspettazione (B. Croce) | il nostro eroe, il protagonista dell'opera di cui si sta trattando | eroe negativo, quello che si contrappone all'eroe convenzionale per essere privo dei valori positivi a questo di solito attribuiti | (iron.) l'eroe della festa, chi primeggia in essa SIN. protagonista


eroìṣmo / eroˈizmo/
[fr. héroïsme, dal gr. hī́rōs ‘eroe’ av. 1712]
s. m.
1 qualità e virtù di persona eroica SIN. coraggio
2 atto eroico: è stato un vero eroismo