céncio //
[etim. incerta av. 1292]
s. m.
1 Pezzo di stoffa logora, spec. usato per lavori domestici: cencio da spolverare | Bianco come un cencio lavato, (fig.) pallidissimo | Crollare come un cencio, (fig.) svenire | †Dare fuoco al cencio, (fig.) aiutare | †Dare in cenci, fallire | (est.) Brandello di vestito | (est.) Vestito logoro o molto scadente: coperto di cenci; non aver neppure un cencio da mettersi; si accasciò in terra … nel mucchio largo dei suoi cenci (A. MORAVIA). SIN. Straccio.
2 Cappello a cencio, di feltro morbido o di tessuto, quindi floscio.
3 (al pl.) Materia prima per la produzione della mezzapasta nella fabbricazione della carta.
4 (tosc., fig.) Cosa di poco valore | Stare, essere nei propri cenci, (fig.) accontentarsi della condizione in cui ci si trova | Uscire dai cenci, (fig.) uscire dalla miseria | (est.) Chi è in uno stato di grande debolezza fisica o psicologica: le fatiche lo riducono un cencio. SIN. Straccio.
5 (med.) Parte centrale, necrotica del favo o del foruncolo.
6 (cucina, spec. al pl.) Dolce di pasta all’uovo, tagliato a cerchi, rettangoli o strisce e fritto o cotto al forno, tipico del Carnevale. CFR. Bugia, chiacchiera, crostolo, frappa, galano.
|| cenciàccio, pegg. | cencerèllo, dim. | cencétto, dim. | cencìno, dim. | cenciolìno, dim. | cencióne, accr. | cenciùccio, dim.