eṣacerbàre //
[vc. dotta, lat. exacerbāre, comp. di acerbāre col pref. ex- rafforz. sec. XIV]
A v. tr. (io eṣacèrbo)
1 Inasprire: esacerbare un dolore, una pena | (est.) Aggravare: esacerbare una infezione.
2 (fig.) Irritare, esasperare: esacerbare l’animo con parole offensive.
B eṣacerbàrsi v. intr. pron.
Diventare più aspro, più irritato: l’umore della folla si esacerbava; si esacerbarono molto più gli animi de’ principi (F. GUICCIARDINI) | (est.) Aggravarsi.
 SFUMATURE
esacerbare – inasprire – acuire
Il rendere qualcosa più duro, più crudele, più grave si dice esacerbare: il verbo può essere riferito a qualcosa di fisico, come un dolore o un’infezione o a qualcosa di immateriale, come una pena, una sofferenza morale, un sentimento negativo. In riferimento a cose immateriali esacerbare può essere sostituito da inasprire, che si usa soprattutto in riferimento a condizioni dell’animo, punizioni e altri strumenti disciplinari. Acuire ha uguale significato ma, a differenza dei verbi precedenti, si riferisce esclusivamente a sensazioni fisiche ed emotive e non a situazioni esterne al soggetto.

eṣacerbàto //
part. pass. di esacerbare; anche agg.
Molto amareggiato, esasperato: avere, sentirsi, l’animo esacerbato.

eṣacerbazióne //
[vc. dotta, lat. tardo exacerbatiōne(m), da exacerbātus ‘esacerbato’ av. 1342]
s. f.
1 (lett.) Irritazione, esasperazione | (lett.) Aggravamento: esacerbazione di una pena.
2 Aumento dell’intensità dei sintomi di una malattia: una repentina esacerbazione d’un mal cronico (A. MANZONI).