La parola del giorno è: esimere / esente / esentare
eṣìmere //
[vc. dotta, lat. exĭmere ‘prendere (ĕmere) in disparte (ex-)’, ‘liberare’ ☼ 1619]
A v. tr. (difett. del part. pass. e dei tempi composti)
● Rendere libero, esente: esimere qlcu. da un servizio. SIN. Dispensare, esentare.
B eṣìmersi v. rifl.
● Sottrarsi: esimersi da un obbligo.
eṣènte // o †eṣènto
[vc. dotta, lat. exĕmptu(m), part. pass. di exĭmere ‘esimere’, inserito nella serie dei part. in -ente ☼ av. 1306]
A agg.
1 Dispensato da un dovere, da un obbligo, da un onere (+ da): esente dalle tasse | Fare esente, esentare | (est.) Libero, preservato da malanni: esente dal contagio, dall’infezione | Privo, mondo: il suo comportamento non è esente da colpe.
2 †Privato, escluso: Rodomonte, causa del mal loro, / se ne va esente da tanto martoro (L. ARIOSTO).
B s. m.
● Un tempo, ufficiale della guardia nobile pontificia, ora soppressa, di grado corrispondente a quello di colonnello.
eṣentàre //
[lat. parl. *exemptāre, da exēmptus, part. pass. di exĭmere ‘mettere (ĕmere) da parte (ex-)’ ☼ sec. XIV]
A v. tr. (io eṣènto)
● Rendere libero da un dovere, da un obbligo, da un onere: esentare dalla frequenza delle lezioni. SIN. Dispensare, esimere.
B eṣentàrsi v. rifl.
● (raro) Esimersi, sottrarsi: esentarsi dai propri doveri di cittadino.