lànguido //
[vc. dotta, lat. lănguidu(m), da languēre ‘languire’ av. 1328]
agg.
1 Debole, privo di energia (anche fig.): la malattia lo ha reso languido e pallido; ne’ languidi / pensier dell’infelice / scendi piacevol alito (A. MANZONI) | (fig.) Stile, verso languido, fiacco o inefficace | Luce languida, debole, fioca. SIN. Fiacco, molle.
2 Svenevole, sentimentale (gener. riferito ad atteggiamenti che hanno lo scopo di sedurre): sguardo languido; occhi languidi; posa languida.
|| languidétto, dim.
|| languidaménte, avv.

languóre // o langóre
[vc. dotta, lat. languōre(m), da languēre ‘languire’ av. 1294]
s. m.
1 Stato di debolezza, di prostrazione fisica o spirituale: cadere in uno stato di languore | Sentire un certo languore (di stomaco), un certo languorino, avere appetito. SIN. Fiacchezza, sfinimento.
2 (fig.) Struggimento, abbandono (gener. riferito ad atteggiamenti che hanno lo scopo di sedurre): sguardo pieno di languore | (fig., spec. al pl.) Smanceria, svenevolezza: essere pieno di moine e languori.
|| languorìno, dim.

languìre //
[vc. dotta, lat. languēre, di orig. indeur., adattato alla coniug. dei v. in -ire av. 1250]
v. intr. (io lànguo o lett. languìsco, tu làngui o lett. languìsci, ecc.; aus. avere)
1 Trovarsi in uno stato di debolezza, di abbattimento, di prostrazione (+ per, + di): languire per una infermità | Sentirsi languire, provare debolezza allo stomaco | (fig.) Struggersi, consumarsi: languire di desiderio, d’amore per qlcu.; desperato / languivi per colei / ch’or fatta è tua consorte (G.B. MARINO) | Languire nella miseria, vivere di stenti.
2 (fig.) Diminuire d’intensità, di forza: la luce languiva in lontananza; la conversazione langue; il commercio langue.