lórdo //
[lat. parl. *lŭrdu(m) per lūridu(m) ‘molto pallido, livido’, da lūror, genit. lurōris, di etim. incerta, con sovrapposizione del gr. lordós ‘incurvato’, di orig. indeur. (?) 1268]
A agg.
1 (spec. lett.) Sporco, imbrattato: lordo di fango, di sangue | Metallo lordo, misto a scorie.
2 (fig., lett.) Impuro, vizioso: vita, coscienza lorda; si veggono gli uomini smaniare e dilettarsi delli luoghi fetidi e lordi (T. CAMPANELLA).
3 Detto di peso dal quale non si è detratta la tara o di importo da cui non si siano defalcate spese, ritenute o sim.: pagammo la merce in base al peso lordo; prodotto interno lordo. CONTR. Netto.
B s. m.
Peso o importo lordo | Al lordo, compresa la tara; senza togliere le spese, le imposte o sim.: stipendio al lordo delle ritenute.
|| lordaménte, avv. In modo sporco.

lordùme //
[av. 1704]
s. m.
Quantità di cose lorde | Sporcizia, sozzura (anche fig.).

lordùra //
[da lordo av. 1292]
s. f.
1 Stato o condizione di ciò che è lordo (anche fig.): la lordura di quella casa è indicibile.
2 Sporcizia, sozzura (anche fig.): un quartiere pieno di lordure; lordura morale | (est.) Insieme di persone immorali o disoneste: ruffian, baratti e simile lordura (DANTE Inf. XI, 60).

lordàre //
[da lordo av. 1294]
A v. tr. (io lórdo)
Imbrattare, sporcare: lordare un muro con scritte | (fig.) Insudiciare moralmente: lordare la memoria di qlcu.
B lordàrsi v. rifl.
Insudiciarsi (anche fig.).