plateàle //
[dal lat. tardo platēa ‘piazza’. V. platea 1808]
agg.
1 (lett.) Pubblico: Né io avrei badato a’ rumori plateali sopra di me (U. FOSCOLO) | (lett.) Grossolano, volgare: … di un comico corrosivo, non plateale (E. MONTALE).
2 Molto evidente, clamoroso, fatto quasi con ostentazione: gesto, offesa plateale; fallo plateale di un calciatore.
|| platealménte, avv. In modo plateale: insultare qlcu. platealmente.

platèa //
[vc. dotta, lat. tardo platēa(m), ‘piazza’, dal gr. platêia, f. sost. di platýs ‘largo, ampio, vasto’. V. piatto 1499]
s. f.
1 In sale teatrali e cinematografiche, l’area davanti al palcoscenico o sotto lo schermo, dove prendono posto gli spettatori. ILL. architettura/2.
2 (est.) L’insieme degli spettatori che occupano tale area: tutta la platea era in piedi e applaudiva freneticamente | (gener.) Pubblico, uditorio: cercare gli applausi della platea; la televisione ha una platea di milioni di persone.
3 (mar.) Il fondo del bacino di carenaggio dove poggiano le taccate che sostengono la nave a secco.
4 (edil.) Piattaforma di calcestruzzo su cui poggiano le fondamenta di un edificio.
5 (geol.) Zona marina con rilievo a sommità pianeggiante: platea continentale, abissale.