ubiquità //
[dal lat. ubīque ‘in ogni dove’ 1647]
s. f. inv.
1 Facoltà di essere presente in più luoghi nello stesso tempo, attribuita a Dio nelle religioni superiori | Avere il dono dell’ubiquità, poter essere in più luoghi nello stesso momento, detto con riferimento ad alcuni Santi che da Dio ebbero tale facoltà | Non avere il dono dell’ubiquità, (fig., scherz.) non poter essere in più luoghi contemporaneamente. SIN. Onnipresenza.
2 (relig.) Eresia degli Ubiquitari.
3 (ecologia) Caratteristica degli animali e delle piante ubiquisti.

ubiquìsta //
[dal lat. ubīque ‘in ogni luogo’ (da ŭbi ‘dove’) 1749]
A s. m. e f. (pl. m. -i)
(relig.) Ubiquitario.
B agg.
(ecologia) Che è diffuso dappertutto, perché si è adattato ad ambienti diversi, detto di appartenente a specie animale o vegetale: la mosca domestica è un insetto ubiquista.

ubiquitàrio //
[da ubiquità av. 1653]
A s. m. (f. -ia)
(relig.) Ogni appartenente a una setta luterana che sosteneva essere il Cristo presente nell’eucaristia, grazie alla sua ubiquità.
B agg.
1 (relig.) Degli Ubiquitari: eresia ubiquitaria.
2 Relativo all’ubiquità | (fig., scherz.) Che è, si espande o si manifesta ovunque: sotto l’ubiquitaria umidità palermitana la roba ingialliva (G. TOMASI DI LAMPEDUSA) | (est.) Che si verifica o è presente dovunque: malattia ubiquitaria; i mezzi ubiquitari dell’informazione.
3 (ecologia) Ubiquista.