malevolènza / malevoˈlɛntsa/ o malavogliènza, malevogliènza, malivolènza, malvogliènza
[lat. malevolĕntia(m), comp. di măle ‘male (1)’ e vŏlens ‘colui che vuole’ 1261 ca.]
s. f.
Cattiva disposizione d’animo verso qlcu., atteggiamento ostile: agire con malevolenza; io conchiudo che tu in luogo di amarmi … mi abbia piuttosto in ira e malevolenza (G. Leopardi). SIN. animosità, avversione, malanimo.
 SFUMATURE
malevolenza – livore – rancore
Malevolenza è una disposizione d’animo negativa verso qualcuno, fatta di ostilità e avversione. Se tale disposizione è lungamente coltivata e si mischia a sentimenti di invidia e al desiderio del male altrui si parla piuttosto di livore. Se la cattiva disposizione verso qualcuno nasce invece dal convincimento di aver subito torti od offese che non si possono dimenticare si ha rancore.
SFUMATURE avversione.


benevolènza / benevoˈlɛntsa/ o benvogliènza, benevogliènza
[vc. dotta, lat. benevolĕntia(m), da benĕvolus ‘benevolo’ av. 1250]
s. f.
1 Buona disposizione d’animo verso qlcu.: provare, dimostrare benevolenza verso qlcu.; trattare qlcu. con benevolenza; cattivarsi la benevolenza di tutti. CONTR. malevolenza.
2 Indulgenza, favore, spec. nell’ambito di rapporti gerarchici: mi affido alla sua benevolenza.
 SFUMATURE
benevolenza – degnazione – condiscendenza
Un atteggiamento di affettuosa indulgenza nei confronti di qualcuno è detto benevolenza. Se questo atteggiamento è venato da senso di superiorità si parla piuttosto di degnazione. Condiscendenza ha un doppio significato: da un lato definisce l’atteggiamento di chi è pronto ad accondiscendere ai desideri altrui, ed è dunque comprensivo e malleabile, dall’altro descrive un modo di trattare gli altri dall’alto in basso.