rapiménto / rapiˈmento/
[av. 1290]
s. m.
1 Atto di chi sottrae e trattiene qlcu. con la forza, con l’inganno: architettare un rapimento; il famoso rapimento di Elena. SIN. ratto.
2 (fig.) Nel linguaggio mistico, l’essere sollevati dalla realtà naturale nella contemplazione delle realtà divine | Esperienza interiore dell’estasi.
3 (fig.) Emozione profonda: contemplare un paesaggio con rapimento.
SFUMATURE estasi.


èstaṣi / ˈɛstazi/ o estaṣìa
[vc. dotta, lat. tardo ĕx(s)tasi(m), dal gr. ékstasis, dal v. existánai ‘star (histánai) fuori (ex-) dalla mente’ av. 1342]
s. f. o m. inv.
1 Stato psichico di svincolamento dalla realtà, di entusiasmo fanatico e di commozione, misto a un senso di rapimento, a volte accompagnato da visioni e da sensazioni uditive allucinatorie.
2 Nella fenomenologia religiosa, l’‘uscita da sé’ dell’anima che, abbandonato il legame con il corpo fisico e con i sensi, stabilisce un contatto temporaneo con il divino | Nella teologia cattolica, supremo grado dell’ascesi e dell’esperienza mistica, nel quale l’anima è rapita nella contemplazione di Dio.
3 (est.) Stato di intenso piacere: è una musica che fa andare in estasi; estasi amorosa | (fam., scherz.) essere in estasi, essere distratto. SIN. rapimento.
 SFUMATURE
estasi – rapimento – incanto
Estasi descrive uno stato allucinatorio che porta a uno svincolamento dalla realtà; nella fenomenologia religiosa è l’uscita da sé dell’individuo che stabilisce un contatto temporaneo col divino indipendentemente dal corpo e dai sensi; correntemente identifica uno stato di felicità assoluta, di beatitudine conseguente alla sensazione di un intenso piacere. Rapimento esprime lo stesso concetto, ma introduce la sfumatura dell’essere come sottratto a sé stesso. In incanto il piacere straordinario si traduce nella sensazione di essere preso in un incantesimo, di vivere in un sogno.