vézzo / ˈvettso/
[lat. vĭtiu(m) ‘difetto’. V. vizio sec. XIII]
s. m.
1 Modo abituale e caratteristico di parlare, muoversi e sim.: fare qlco. per vezzo; è un suo vezzo | Abitudine, vizio: un vezzo innocuo ma abbastanza ridicolo; ha il vezzo di arricciarsi i baffi mentre ascolta; vero è ‘l proverbio, ch’altri cangia il pelo / anzi che ‘l vezzo (F. Petrarca).
2 (lett.) Atto, gesto o parola che dimostra affetto, amore, tenerezza: fare un vezzo a qlcu.
3 (al pl.) Moine, smancerie: basta con questi vezzi; non sopporto più i suoi stupidi vezzi.
4 (al pl.) Atti, parole o gesti pieni di fascino, brio, grazia e sim.: i vezzi di una giovane; coi suoi vezzi conquisterebbe chiunque | Dote, attrattiva, bellezza: una donna ricca di vezzi naturali.
5 (disus.) Collana: un vezzo di corallo, di perle.
SFUMATURE mania (2).

mània (1) / ˈmanja/
[lat. imāgine(m) ‘immagine’ sec. XIV]
s. f.
Simulacro votivo di cera.


manìa (2) / maˈnia/
[gr. manía ‘follia’, da máinesthai ‘essere furioso’, di orig. indeur. sec. XIV]
s. f.
1 Disturbo mentale caratterizzato dall’avere un’idea fissa: mania suicida; mania di persecuzione | (est.) Idea ossessiva, fissazione: ha la mania dell’ordine | (est.) Abitudine insolita, ridicola: ha la mania di parlare da solo | (est.) Passione, gusto, interesse eccessivo per qlco.: ha la mania del ballo.
2 (psicol.) Stato mentale anormale, caratterizzato da un senso generale di euforia e grande eccitazione, allegria irrefrenabile e immotivata, ottimismo eccessivo e sim.
 SFUMATURE
mania – vezzo – vizio
Un’abitudine ossessiva, spesso insolita o ridicola è una mania. Vezzo descrive un modo abituale di fare o di parlare tipico di una persona, magari stravagante ma innocuo. Se un’abitudine riguarda invece pratiche nocive o ritenute immorali si parla di vizio.