Words of the Year
Ogni anno in questo periodo i dizionari più autorevoli, alcuni istituti di lingua e cultura e altre organizzazioni annunciano le rispettive ‘parole dell’anno’. L’evento, che regolarmente ottiene grande risalto mediatico, spesso dà origine a sondaggi e polemiche sul declino della lingua o sull’opportunità di ‘vietare’ certe parole.
Il primo di tali annunci fu ad opera dell’American Dialect Society (prassi in uso sin dal 1991), che pare avere una discreta lungimiranza nello scegliere parole destinate a lunga vita: tra gli esempi più recenti ci sono bailout, tweet, app e hashtag. L’ADS non sempre sceglie neologismi: l’anno scorso, per esempio, il titolo venne assegnato al ‘prepositional because’, un uso nuovo e interessante di una parola grammaticale molto comune (esempi: It’s all going to be fine because science; I’m going to bed now because tired). Un po’ come accade agli Oscar, anche l’ADS incorona vincitrici parole in diverse categorie: ‘parola più utile’, ‘parole meno necessaria’, ‘parola più eufemistica’ ecc. Purtroppo non posso ancora dirvi quali sono le reginette del 2014 perché l’annuncio ufficiale avverrà l’anno prossimo.
Nel mondo anglofono, i verdetti più attesi sono quelli dell’Oxford University Press per il Regno Unito e del Merriam Webster per gli Stati Uniti. Il criterio seguito da Merriam Webster è di nominare la parola più cliccata sulla versione online del dizionario, per cui a volte la parola prescelta non è nuova ma è quella che maggiormente ha interessato il grande pubblico. Quest’anno la prescelta è culture.
Nella rosa delle finaliste dell’OUP ci sono contactless, bae, normcore e slacktivism; ma la vincitrice, a buon merito è vape. Per l’OUP, i criteri guida sono la ricorrenza e la frequenza d’uso:
La frequenza con cui compare la parola vape è trenta volte superiore rispetto a due anni fa, e l’uso è più che raddoppiato nel corso dell’anno.
La parola dell’anno per il Collins English Dictionary è photobomb, altra parola in circolazione da qualche anno ma che durante il 2014 è assurta agli onori della cronaca quando eminenti personaggi hanno photobombed manifestazioni di richiamo quali gli Oscar e i Commonwealth Games di Glasgow. Tra le finaliste, l’app di incontri online Tinder e il programma televisivo di successo bakeoff. Un altro prestigioso dizionario, lo scozzese Chambers, ha scelto overshare.
Ad alcune di queste parole dedicherò dei post nel 2015; nel frattempo Merry Christmas and Happy New Year a tutti.
Traduzione di Loredana Riu
Every year at about this time publishers, along with some other organizations, announce their Words of the Year. These announcements predictably garner excited coverage in the media, often leading to discussions about the decline of the language or calls for certain disliked words to be ‘banned’.
The oldest of these announcements is the one made by the American Dialect Society every year since 1991. The ADS has a pretty good record of picking words with staying power: recent examples include bailout, tweet, app, and hashtag. They do not always choose neologisms: last year’s was so-called ‘prepositional because’, an interesting new use of a very common function word. (In case you haven’t encountered this yet, it’s things like: It’s all going to be fine because science or I’m going to bed now because tired.) Like the Oscars, the ADS also have winners in many other categories: Most Useful, Most Unnecessary, Most Euphemistic and so on. But I can’t tell you yet what any of their ‘winners’ for 2014 will be, as they don’t announce until the New Year.
The publishers whose Words of the Year attract most attention are probably Oxford University Press in the UK and Merriam Webster in the US. Merriam-Webster’s list is determined by increases in online lookups, which means that their choices tend to be words that are not new but have been in the public eye for some reason. This year’s winner is culture.
Candidates rejected by OUP included contactless, bae, normcore and slacktivism; but the winner, and a deserving one, was vape. OUP’s judgement seems to be based on both timeliness and fequency of usage:
You are thirty times more likely to come across the word vape than you were two years ago, and usage has more than doubled in the past year.
Collins English Dictionary’s WOTY was photobomb; again a word that has been around for a few years but one which hit the headlines in 2014 when various high profile individuals photobombed events including the Oscars and the Glasgow Commonwealth Games. The dating app Tinder and TV hit bakeoff were the runners up. Another venerable Scottish publisher, Chambers, plumped for overshare.
Look out for posts on some of these words in 2015, and meanwhile Merry Christmas and Happy New Year.