Prendere appunti è prima di tutto un modo per fermarsi. Attraverso l’annotazione ci si estrania dal flusso degli eventi e della realtà e ci si concentra su un aspetto preciso, facendolo proprio. Con leggero sforzo ci si ritrova su di un’isola senza tempo

In Scrivere idee, armati di penna e taccuino, calcheremo le orme di grandi autori, percorreremo con Zola e Perec vicoli e piazze di città, ci fermeremo a osservare piccoli preziosi dettagli con Sei Shōnagon, rievocheremo ricordi con Barthes, troveremo i nostri alter ego con Pessoa, fisseremo attimi poetici ed enigmatici con Handke.

Un manuale di 160 pagine diviso in 19 brevi capitoli. Ogni capitolo tratta un diverso tipo di annotazione, a seconda dei diversi intenti che la caratterizzano (annotare ricordi? pensieri? esperimenti? citazioni? progetti da sviluppare?).
Attraverso l’analisi di brevi citazioni tratte da autori noti, Hanns-Josef Ortheil, che insegna scrittura creativa e giornalismo all’Università di Hildesheim, descrive in ogni capitolo un micro genere e dirige l’attenzione del lettore verso dettagli e caratteristiche peculiari, svelando le tecniche messe in atto.

Da Calvino a Leonardo da Vinci, dallo Zibaldone di Leopardi a Teofrasto, da Perec a Pessoa, scopriremo che sono molti i motivi per i quali si scrivono appunti e annotazioni. Citazioni, idee, pensieri, riflessioni, impressioni o anche depositi di parole, etimologie, percorsi mentali per indagare il proprio pensiero, per riflettere su di sé o sul mondo che ci circonda. Non un diario, ma una miniera di oggetti e idee preziose alle quali poter poi attingere: imparare a scrivere idee in modo efficace è il primo e fondamentale passo per vedere i propri progetti realizzati al meglio.

 

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