Buongiorno Professore,
Mi chiamo Ingrid e le scrivo per porle un quesito apparentemente bizzarro.
Ieri pomeriggio stavo scrivendo una lettera ad un amico sulla questione del rapporto che intercorre tra tecnologia e linguaggio ed in una frase ho inserito il termine “pietinare”. Ora, io questo verbo lo conosco e mi sembrava idoneo usarlo per esprimere il mio concetto ma siccome sono sempre molto insicura sull’estensione dei significati dei termini ho voluto controllare su Internet. L’ ho fatto per essere certa che potesse calzare con quanto avevo in testa. Ebbene, il verbo “pietinare” non esiste in rete. Non l’ho trovato da nessuna parte in internet se non nel libro “La resistenza perfetta” di Giovanni de Luna. Sono rimasta un po’ basita ed è per questo che ho pensato di chiedere a lei se conoscesse questo vocabolo e se sapesse dirmi come mai apparentemente non “esista”. È forse un termine desueto? Oppure, è usato con licenza poetica? Potrebbe per caso derivare da qualche dialetto e quindi non essere considerato appartenente alla lingua italiana?
La ringrazio per l’attenzione e mi scuso per averle sottratto tempo prezioso con domande così strane.
Buona continuazione di giornata.
Ingrid.

 

Cara Ingrid,

non conoscevo la parola pietinare.

Ho potuto appurare che è un francesismo colto, calco del francese piétiner che qui le copio dal Dizionario Francese-Italiano di Raoul Boch, Zanichelli (2014)

 

piétiner /pjetine/
v. intr. ( coniug. 3 aimer)battere, pestare i piedi: piétiner de rage, pestare i piedi per la rabbiaprocedere lentamente: piétiner sur place, segnare il passo(fig.ristagnarel’économie piétine, l’economia ristagna
v. tr.calpestarepiétiner les plates-bandes, calpestare le aiuole ● une femme a été piétinée par la foule, una donna è stata calpestata dalla folla ● (fig.piétiner les sentiments de q., calpestare i sentimenti di q.

Ho trovato le seguenti occorrenze in testi italiani di piétiner, sia in lingua originale che nell’adattamento pietinare:

 

Le scarpe del soldato Percauz – Pagina 182

E il pietinare della gente lì dietro e le saracinesche abbassate a mezzo, perché quando passa l’ultimo carro ognuno pensa a se stesso lì sopra. Così nel silenzio dell’ascensione. IL SERGENTE ZAMUNER L’altra sera, in una strada di periferia …Ferruccio Centonze – 1982

 

La Resistenza perfetta
Sono stanchi di passeggiare, di pietinare i marciapiedi, scettici sulle porcherie di fascisti che riemergono camuffati, innervositi dal cambiamento di vita. Non fanno altro che urlare: ‘Basta, basta, non parlate di politica’ ”. Era la stessa irritazione …
Giovanni De Luna – 2016  [immagino che sia la citazione trovata anche da lei]

 

La Stampa 2/11/1922

Grande pianoforte
Laura De Fusco: bravura tecnica scelte inconsuete e tarantella
TORINO. Laura De Fusco, ospite all’Auditorium per l’Unione Musicale, riesce sempre a presentare programmi che per felicita’ di scelte e singolarita’ di accostamenti aggiungono un valore ulteriore alla sua bravura: che naturalmente basta da sola a rallegrarci delle sue apparizioni. Liszt nella prima parte, il Liszt che si china affettuosamente sui valzer di Schubert, irrobustendone il tessuto senza sciuparne la semplicita’, e il Liszt poetico viaggiatore, diarista e pittore di paesaggi e stati d’animo. Il «quaderno svizzero» non e’ tanto musica da gran concerto, ma da piccole cerchie; ma qui interviene l’intelligenza della De Fusco, l’ intensita’ con cui sente e rivive quel percorso rendendone partecipe il pubblico. Dalla Svizzera di Liszt ha scelto, e quasi raccontato, tre quadretti di natura, la bellissima «Eglogue», «Presso una fonte» e il «Lago di Wallenstadt», tutti avvicinati dalla comune tonalita’ e quasi trascoloranti uno nell’altro; quindi e’ passato a due brani dove il centro non e’ piu’ la natura, ma l’uomo, con i suoi crucci e le sue melanconie.

Commovente il senso di macerazione restituito a «Le mal du pays», geniale invenzione di una musica che «piétine sur place», e cosi’ pure il tormento espressivo di «Obermann», sorta di poema sinfonico per pianoforte che anticipa, a meta’ degli Anni Trenta dell’Ottocento, il clima della Decadenza europea. Musica difficile, piu’ ricca di problemi che di soluzioni, che ha bisogno di una guida come la De Fusco; che ha ancora suonato una trascinante Sesta Sonata di Prokofiev. (g. p. )  [ritengo che g. p. sia Giorgio Pestelli]
Il plagio – Pagina 374
Promenasi il popolo francese la notte, Nel fango pietinano gommosi e cocotte, Guardati dai mille col sabre nel fodero Sergenti di ville. Le figlie dell’Opera revando regardo, Che al viso mi movono col naso camardo, E le sciagurate sui vanti di …
Domenico Giuriati – 1903 [penso che sia una parodia che ironizza sull’uso eccessivo di francesismi; ripresa poi da Bruno Migliorini]

Nuova antologia – Volume 205
Lui galoppava come ‘n capriolo ! Nu lo perdevo d’occhio e quarche vorta, che proprio avanti a me pijava er volo, io lo sentivo in su la foja morta, che pietinava biastimanno solo… Ma arfine sento a urlà : – « Patrò rivorta « mmane a lo cerro che …
1906

 

Mouse or Rat?: Translation as Negotiation

Questo signor là si è messo a discutar con un altro signor che gli pietinava sui piedi expresso; e minacciava di lui cassare la figura. Di’ dunque! Tutto a colpo questo mecco va a seder su una piazza libera. The cases of Joyce and Queneau …
Umberto Eco – 2013 [ed. inglese di Dire quasi la stessa cosa]

 

Marescialle e libertini
Così lì si ‘pietinava’ sulle intermittenze di un inconscio tenorile di grazia che incappa in un concetto non più romantico o neoclassico ma crepuscolare e radiofonico qual è ormai lo sdato «Love», fra i rimbecchi swing delle «orizzontali.
Alberto Arbasino – 2018

 

Grazie per avermi insegnato una nuova parola.

il suo
Professore