Nella Novella di Belfagor, scritta da Machiavelli tra il 1519 e il 1520 e da lui intitolata Favola, s’intrecciano elementi derivati dal Boccaccio con motivi ricorrenti nella letteratura rinascimentale (la polemica antiuxoria, la satira del villano, il tema comico della presenza del diavolo fra gli uomini). La novella narra le peripezie tragicomiche dell’arcidiavolo Belfagor, il quale, inviato da Plutone sulla terra per sperimentare la vita matrimoniale, veste i panni di un esule, Roderigo di Castiglia, e sposa la fiorentina monna Onesta, dalla quale è però ben presto mandato in rovina. Braccato dai creditori, riesce a salvarsi grazie all’aiuto di un contadino, Gianmatteo del Brica, a cui gioca tuttavia una beffa. Ma il villano alla fine riesce a mettere in fuga Belfagor con la minaccia di farlo tornare nell’inferno matrimoniale della bisbetica monna Onesta.

Testo di riferimento: N. Machiavelli, Tutte le opere, a cura di M. Martelli, Firenze, Sansoni, 1971.