Opera composta da Emanuele Tesauro negli anni intorno al 1625. Le "imprese" erano raffigurazioni accompagnate da frasi allegoriche ed erano assunte come emblemi di città, famiglie, casati, personaggi ecc. La trattatistica sulle imprese, o impresistica, mira a definire una vera e propria arte della loro creazione, consistente nella maniera più opportuna di associare l’immagine al motto, al fine di rendere nel modo metaforicamente più conciso i contenuti desiderati. Più genericamente, l’impresistica tocca del rapporto tra concetto e immagine, che è un tema centrale della speculazione sia manierista sia barocca. Nel corso del Cinquecento questa trattatistica aveva dato luogo a un vero e proprio genere (Alciati, Giovio, Scipione Ammirato, Tasso ecc.). Lo scritto di Tesauro mira a proporre un’idea di impresa che è la sintesi tra sublimità della concezione, semplicità del concetto e arguzia nella brevità ed equivocità delle parole. Tesauro, che era nato a Torino nel 1592, morì qui nel 1675.

Testo di riferimento: E. Tesauro, Idea delle perfette imprese, a cura di M. L. Doglio, Firenze, Olschki, 1975.