Sullo sfondo di un Abruzzo arcaico e favoloso, dominato da istinti primitivi, si consuma il dramma La figlia di Iorio, tragedia pastorale in versi, specchio di un mondo popolare trasferito nel mito. Nel contesto di un’umanità immobile, regolata dal ciclo naturale degli elementi, padre e figlio verranno presi dal desiderio per la stessa donna, vittime di una passione travolgente che porterà al parricidio. Sul sacrificio finale della donna peccatrice, si ricompone invece la comunità dopo la tragedia, ritrovando i suoi eterni rituali. La tragedia fu rappresentata con successo a Milano nel marzo del 1904.

Testo di riferimento: G. D’Annunzio, Tragedie, sogni e misteri, I, Milano, Mondadori, 1968.