Scritture raffinate #7: chi ha vinto
La nostra ricetta è stata riscritta da un piccolo drappello di instancabili raffinatori che sono riusciti a trovare il tempo per il nostro gioco nonostante i mille impegni che costellano queste giornate prenatalizie. Li ringraziamo quindi in modo particolare.
I problemi del testo
Prima una precisazione: questa ricetta mi è stata inviata via mail parecchi anni fa. Mentre la ritoccavo qua e là per adattarla ai nostri scopi, l’ho ritrovata in Rete, in più siti, diversa nella forma ma identica nella sostanza. Se l’autore dell’originale dovesse leggerci, ci segnali la paternità dei contenuti: io lo ringrazio fin d’ora perché mi ha fatto conoscere una vera leccornia.
Tornando a noi, il testo da migliorare era quasi perfetto per quanto riguarda i contenuti ma piuttosto carente nella forma. Lo ripropongo per averlo sott’occhio mentre ne parliamo:
Il pan Speziale
INGREDIENTI Farina 250 gr. Miele 150 gr. Zucchero 125 gr. Uva passa 100 gr. Arancio candito q.b. Cioccolato fondente 100 g. Mandorle 100 gr. Bicarbonato q.b. Semi di anice q.b. Burro q.b.
- Versare in una terrina lo zucchero, il miele, un cucchiaino di bicarbonato ed i semi di anice.
- Aggiungere 200 cc. di acqua molto calda, mescolare il tutto
- far cadere “a pioggia” la farina, mescolando bene.
- Aggiungere quindi l’uvetta ravviata in acqua calda (per 10-15 min) e ben strizzata, le mandorle, che avrete prima scottato in acqua bollente e poi spelato, l’arancia candita tritata, i pinoli ed il cioccolato stritolato.
- Imburrate una tortiera piuttosto grande, dove adagerete il composto, ed infornatelo in forno già caldo a 180 gradi Celsius per circa 40 minuti.
- Questo dolce si può conservare.
Possiamo subito fare una considerazione generale sul formato: se la ricetta deve essere pubblicata in un blog, per la descrizione del procedimento si può anche optare per una forma espositiva più fluida, meno schematica e asettica di quella a cui ci costringe una lista verticale.
Vediamo comunque i problemi del testo di partenza, cominciando da quelli puramente formali (alcuni dipendenti dal formato lista e altri no):
- Perché Speziale deve avere l’iniziale maiuscola? Se la vogliamo mantenere, dobbiamo mettere l’iniziale maiuscola anche a pan (e così avremmo un titolo in “stile maiuscolo”). Oppure possiamo adottare il maiuscolo esteso, da applicare a tutto il titolo. Oppure ancora possiamo scrivere tutto in minuscolo, dal momento che il titolo è già evidenziato dal grassetto. In ogni caso la scelta del formato andrà fatta in modo coerente rispetto a ciò che si decide per il titoletto Ingredienti (il titolo principale deve avere maggiore enfasi tipografica rispetto a un titolo interno).
- L’elenco degli ingredienti sarebbe forse più comodo da consultare se fosse scritto come lista verticale.
- Il simbolo standard per il grammo è g (secondo il Sistema Internazionale di unità di misura), senza punto finale. Una ricetta può anche non essere così rigorosa nel formato dei simboli scientifici ma, dal momento che la forma standard è chiara per tutti, perché non usare quella?
- L’abbreviazione q.b. (quanto basta) potrebbe risultare oscura ai non farmacisti e a chi non abbia una grande esperienza di ricette. Forse potremmo indicare una misura approssimativa che dia comunque un’idea della quantità richiesta (ad es. un cucchiaino di bicarbonato, un cucchiaio di semi di anice, una noce di burro).
- Arancia è la forma più corretta per indicare il frutto (l’arancio è l’albero).
- Normalmente la d eufonica non si usa se non per separare vocali identiche (quindi e i semi di anice … e il cioccolato … e infornatela).
- La quantità d’acqua in una ricetta è più comunemente espressa in litri o sottomultipli. Il simbolo cc (non standard) sta invece per centimetri cubici. Il sottomultiplo del litro equivalente è il millilitro (ml).
- Il secondo passo del procedimento non ha il punto di chiusura. Sembra inoltre composto da due passi distinti: se vogliamo tenere insieme le due azioni è meglio inserire una e (… molto calda e mescolare …) o suggerire contemporaneità con il gerundio (… molto calda, mescolando …).
- Il terzo passo ha iniziale minuscola.
- L’espressione a pioggia a nostro giudizio è una metafora che non ha bisogno di virgolette.
- Di solito si ravviano i capelli; l’uvetta passa eventualmente si ravviva. Le mandorle non si spelano ma si sbucciano (o al limite si spellano, ma i dizionari dicono che il verbo spellare si applica alla pelle di animali). Anche il cioccolato normalmente non si stritola ma piuttosto si trita o si sminuzza.
- Perché si passa alla forma personale (imburrate) mentre prima si usava l’infinito (ad es. versare)?
- Dato il contesto, la precisazione Celsius è ridicola.
- Le indicazioni sulla possibilità di conservare il prodotto non devono essere numerate perché non sono un passo del procedimento.
Oltre a queste imperfezioni formali, ci sono alcuni problemi che riguardano l’aspetto informativo e che sono quindi più insidiose per i nostri pasticcieri: perché non diciamo subito che le mandorle vanno scottate e che l’uvetta passa va messa a mollo? Chi legge una ricetta (come in generale accade con tutte le istruzioni per l’uso) esegue i passi via via che la lettura procede, senza preoccuparsi dei passi futuri. E così il nostro povero pasticciere dovrà probabilmente interrompere la preparazione del dolce dopo il punto 3, per mettere a mollo l’uvetta e aspettare che si ravvivi. Ma non sarà così grave perché nel frattempo potrà preparare le mandorle, tritare l’arancia candita, sminuzzare il cioccolato e uscire a comprare i pinoli, dei quali fino al punto 4 non si sapeva nulla. E, a proposito, quanti ne serviranno? Ve lo dico io adesso (lo so perché sono stata io a cancellarli!): 100 grammi.
Chi ha vinto
La vincitrice di quest’ultima puntata è Lidia, che ha fatto davvero un buon lavoro. Eccolo:
Il pan speziale.
Questo è un dolce dal sapore particolare che si conserva a lungo (ma vi sfido a resistere).
Ingredienti (in ordine di apparizione):
50 gr. di uva passa
50 gr. di mandorle tritate
125 gr. di zucchero
150 gr. di miele
1 cucchiaino di bicarbonato
1 cucchiaino di semi di anice
200 ml di acqua molto calda
250 gr. di farina setacciata
50 gr. di arancia candita tritata
100 gr. di cioccolato fondente tritato
50 gr. di pinoli tritati
Burro per lo stampo
Procedimento (in ordine cronologico):
1. preparate l’uvetta: lasciatela in acqua calda per 15 minuti, poi strizzatela bene;
2. preparate le mandorle: scottatele in acqua bollente e poi pelatele;
3. mescolate in una terrina lo zucchero, il miele, il bicarbonato e i semi di anice;
4. aggiungere 200 ml di acqua calda e amalgamare bene;
5. aggiungere la farina setacciata, a pioggia, e mescolare bene;
6. intanto accendete il forno a 180° così si riscalda;
7. tritate l’arancia candita, le mandorle, il cioccolato e i pinoli e aggiungeteli all’impasto;
8. imburrate uno stampo di 26 cm di diametro e versateci dentro l’impasto;
9. infornate per 40 minuti.
È anche interessate leggere come Lidia giustifica i suoi interventi. Con un po’ di pazienza potete cercare la sua analisi fra i commenti al post precedente. Ma vi consigliamo anche di fermarvi a leggere i commenti degli altri raffinatori (e questo vale per tutte le puntate), perché spesso contengono soluzioni pregevoli.
Prossimo appuntamento
Saremo di nuovo qui fra un paio di giorni, per chiudere il ciclo delle Scritture raffinate, per salutarvi e ringraziarvi. A presto!