Pubblicato nel 1904, è il più celebre dei romanzi di Pirandello. La storia è quella di un modesto bibliotecario di provincia, Mattia Pascal, che conduce una vita meschina e inappagata. Dopo un litigio con la moglie, si allontana da casa e si reca a Montecarlo, dove gioca al casinò e vince una grossa somma di danaro. Sulla via del ritorno, legge su un giornale la notizia del suo suicidio; decide allora di scomparire veramente. Non torna più a casa e assume una nuova identità (il nuovo nome scelto è quello di Adriano Meis), stabilendosi a Roma. Ma di fatto è per lui impossibile costruirsi una vera vita, a causa dei limiti obbiettivi che gli pone il timore che la sua falsa identità venga scoperta; decide perciò di inscenare un altro suicidio, che faccia scomparire Adriano Meis, e di tornare in famiglia. Ma, rientrato al suo paese, trova che la moglie intanto si è risposata: è costretto a ritirarsi a vivere da solo, riprendendo il vecchio impiego di bibliotecario. In quest’opera Pirandello scardina gli schemi della narrativa naturalistica, da cui aveva preso le mosse, e crea nella figura del protagonista uno dei personaggi più emblematici della narrativa italiana novecentesca.

Testo di riferimento: L. Pirandello, Tutti i romanzi, a cura di G. Macchia e M. Costanzo, I, Milano, Mondadori, 1973.