La traduzione italiana dell’Iliade di Omero in endecasillabi sciolti realizzata da Vincenzo Monti è considerata unanimemente il suo capolavoro. Monti, che aveva già fatto anni prima (1788) un tentativo di versione in ottave, ne pubblicò varie edizioni, via via rivedute: nel 1810, 1812, 1820, fino alle definitiva del 1825. Non conoscendo il greco (fatto che gli attirò fra l’altro le critiche ironiche di Foscolo), si dovette avvalere della consulenza di Ennio Quirino Visconti, celebre letterato e archeologo, e del greco Andrea Mustoxidi, e dovette far capo a precedenti traduzioni in latino e in italiano; tuttavia il risultato finale fu felicissimo e la sua versione costituisce forse il testo più emblematico del neoclassicismo italiano.

Testo di riferimento: V. Monti, Opere, a cura di M. Valgimigli e C. Muscetta, Milano-Napoli, Ricciardi, 1953.