brevità

Sintesi è una parola greca (sýnthesis) che significa “composizione” (l’azione di mettere insieme). È, quindi, un destino etimologico: la composizione ha il dovere d’essere sintetica, quand’è possibile. Nessuno aveva intuito, alla fine del XX secolo, quanto i messaggi di testo (sms) avrebbero cambiato la nostra vita. Insieme alle mail, a WhatsApp e ai social network – Facebook e Twitter in testa – hanno riportato la scrittura al centro della comunicazione del XXI secolo. E nella scrittura la brevità rende, perché è costretta ad arrivare all’essenziale. Uno sforzo che risparmiamo al destinatario. La sintesi è una spremuta di pensiero, fa bene alla salute mentale. Aiuta a capire e a far capire. È un lavoro che facciamo per qualcun altro: ce ne sarà riconoscente. Nella scrittura – in tutte le forme di comunicazione – le parole superflue non sono inutili, infatti. Sono dannose.

Beppe Severgnini, giornalista

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