crùccio / ˈkruttʃo/
[da crucciare av. 1294]
s. m.
1 Tormento, afflizione; SIN. corruccio | darsi, prendersi cruccio, tormentarsi, affliggersi | Briga, seccatura, fastidio: avere molti crucci.
2 Gesto di sdegno, ira e sim.: uomo di sangue e di crucci (Dante Inf. XXIV, 129).
 SFUMATURE
cruccio – tormento
Cruccio è un problema da risolvere che causa fastidio piuttosto che vera preoccupazione o dolore. Tormento è una grande pena, un dolore spirituale di grave entità, un pensiero insistente che affligge; iperbolicamente può essere usato per descrivere qualcosa o qualcuno che molesta, che infastidisce continuamente.


crucciàre / krutˈtʃare/
[V. corrucciare av. 1250]
A v. tr. (pres. io crùccio; fut. io cruccerò)
Tormentare, addolorare: nascondere / non può la passion che dentro il cruccia (L. Ariosto).
B crucciàrsi v. intr. pron.
Darsi pena, affliggersi: si crucciava al pensiero che gli amici lo tradissero. SIN. tormentarsi.


corrucciàre / korrutˈtʃare/
[ant. fr. se courroucier, dal lat. parl. *corruptiāre, forse da cŏr rŭptum. V. corrotto (2) av. 1257]
A v. tr. (pres. io corrùccio; fut. io corruccerò)
(raro) Addolorare, rattristare: la notizia lo ha corrucciato.
B corrucciàrsi v. intr. pron.
1 Provare un sentimento di dolore misto a ira, pena, risentimento: a quella vista si corrucciò tutto; si corrucciava per il cattivo esito dell’esame. SIN. crucciarsi.
2 Assumere un’espressione triste e risentita, detto dei lineamenti del viso: la fronte della donna si corrucciò.
3 (lett.) Oscurarsi: il cielo si corrucciò.