cupézza / kuˈpettsa/
[da cupo 1288]
s. f.
Caratteristica di ciò che è cupo (anche fig.): la cupezza delle acque; la cupezza di uno sguardo.


cùpo / ˈkupo/
[da avvicinare al lat. cūpa ‘botte’. V. cupile 1282]
A agg.
1 (lett.) Profondo: abisso cupo; nelle più cupe e cieche / viscere della terra (P. Metastasio) | (centr., merid.) Cavo: tazza cupa | piatto cupo, scodella.
2 Privo di luce, non illuminato: selva, notte, penombra cupa; macchia cupa. SIN. buio, oscuro, scuro.
3 (est.) Di tonalità scura, detto di colore: rosso, verde cupo | (fig.) descrivere qlco. a tinte cupe, accentuarne i lati tragici.
4 Basso, indistinto, poco chiaro, detto di suono: voce cupa; fragore cupo.
5 (fig.) Pensieroso, taciturno: carattere, atteggiamento cupo | Tetro, tenebroso: sguardo cupo | Intenso, sofferto: collera, ira cupa; cupo dolore | (fig.) Subdolo, minaccioso, inquietante: un cupo avvertimento.
|| cupaménte, avv.
B s. m.
1 (lett.) Profondità tenebrosa | Inferno: Non è sanza cagion l’andare al cupo (Dante Inf. VII, 10).
2 Arnia o alveare rustico. SIN. bugno.
SFUMATURE buio.


incupìre / inkuˈpire/
[comp. di in- (1) e cupo 1797]
A v. tr. (io incupìsco, tu incupìsci)
Rendere cupo, scuro: è meglio incupire leggermente l’azzurro delle pareti | (fig.) Rendere triste, pensieroso: quella notizia lo ha incupito.
B v. intr. (aus. essere) e incupìrsi v. intr. pron.
Diventare cupo o più cupo (anche fig.): il tempo si è incupito; il viso gli si incupì di sdegno.