dàrdo //
[fr. dard, dal francone *darodh av. 1250]
s. m.
1 Asta di legno con punta di ferro, che si scagliava a mano | (lett.) Freccia per arco o balestra.
2 (fig., poet.) Sguardo, gesto, parola e sim. che colpisce e accende una passione, spec. intensa e improvvisa: cominciò cogli occhi a rimandare / … gli ardenti dardi / ch’Amor sovente gli facea gittare (L. PULCI).
3 (spec. al pl., fig., lett.) Fulmine, saetta: i dardi di Giove | Raggio infuocato: i dardi del sole.
4 La punta caldissima di una fiamma, spec. ossidrica o di acetilene.
5 (bot.) Rametto fruttifero delle Pomacee e delle Drupacee.
|| dardétto, dim.

dardeggiàre //
[da dardo 1504]
A v. tr. (pres. io dardéggio; fut. io dardeggerò)
(lett.) Colpire con dardi (spec. fig.): dardeggiare il nemico; il sole dardeggiava la pianura | (fig.) Lanciare sguardi che esprimono un sentimento acuto: gli dardeggiò un’occhiata supplichevole (M. SERAO); gridò … dardeggiando sulla bajadera uno sguardo carico d’odio (E. SALGARI).
B v. intr. (aus. avere)
1 (lett.) Lanciare dardi.
2 (fig.) Lanciare occhiate ardenti: gli occhi dardeggiano | (fig.) Mandare raggi infuocati: il sole dardeggia nel cielo d’agosto.

darts / darts, ingl. dɑːts/
[vc. ingl. pl. di dart ‘dardo, freccia’; V. dardo]
s. m. inv.
Gioco consistente nel lancio manuale di piccole frecce contro un bersaglio circolare di sughero.