Come si legge una voce del vocabolario Zingarelli
(ma in generale di tutti i vocabolari)
Il vocabolario è un oggetto davvero particolare, dato che ha una doppia natura: è un testo (tanto che nulla ci vieta di leggerlo tutto, dalla A alla Z, come se fosse un normale libro… basta avere un bel po’ di tempo a disposizione!), ma in contemporanea è anche un archivio strutturato: ogni voce (o lemma) è costruita secondo criteri molto precisi; se osserviamo le varie entrate del vocabolario, possiamo facilmente notare la presenza di una struttura che si ripete, seppur con variazioni.
Sia la versione elettronica che la versione cartacea dello Zingarelli forniscono, nelle prime pagine (o schermate) dell’opera, tutte le informazioni per la consultazione. In particolare, in riferimento alla struttura della singola voce, troviamo questa descrizione:
Ogni singola voce è organizzata secondo uno schema fisso: vocabolo; indicazione di marchio registrato; trascrizione fonematica; varianti di forma; etimologia; qualifica grammaticale; sezione morfologica; sezione semantica; sinonimi, contrari, analoghi, simboli; alterati e sottolemmi; definizioni d’autore; sfumature di significato; inserti di nomenclatura.
Non tutte le voci conterranno questi elementi, ma l’ordine generale rimane sempre quello descritto.
Prendiamo, dallo Zingarelli online, un lemma che ci faccia da cavia: proprio vocabolario.
Il lemma stesso è sempre evidenziato con un carattere più grande, o in grassetto, e riporta anche l’indicazione di dove cade l’accento della parola. Alla sua destra troviamo, tra barre oblique, la trascrizione fonematica (in questo caso, poiché siamo nella versione elettronica, è anche possibile ascoltare la registrazione della pronuncia). Nella trascrizione in alfabeto fonetico internazionale si noti che per convenzione, invece di accentare specificamente la vocale tonica, si antepone un piccolo apice all’intera sillaba tonica.
Nella riga sopra il lemma è indicata la sua sillabazione, mentre i più attenti avranno notato, sulla sinistra della voce, un quadratino che ricorda il seme di quadri delle carte. I lemmi corredati di questo simbolo fanno parte di quei 5.500 termini che formano il lessico fondamentale della nostra lingua: quell’insieme di parole che praticamente ogni italofono, ossia persona che parla italiano, può comprendere.
Altri due simboli che si possono trovare sulla sinistra del lemma sono un fiorellino (sempre come quello delle carte), che marca 3.125 parole da salvare, termini che stanno scomparendo dall’uso, ma che, secondo i compilatori dello Zingarelli, meriterebbero di ritornare in auge, come obnubilare ‘offuscare, ottundere, confondere’; alcuni lemmi saranno invece preceduti da una piccola croce, che indica una parola o accezione arcaica, cioè non più in uso.
Sotto la voce, tra parentesi quadre, si trovano le informazioni etimologiche. Normalmente, viene indicata l’origine della parola e la sua “data di nascita”, che può essere più o meno precisa a seconda delle testimonianze scritte a disposizione dei lessicografi (in questo caso è un anno preciso: 1536).
A seguire, il vocabolario indica la qualifica grammaticale del lemma: in questo caso s.m. sta per sostantivo maschile.
Finalmente, arriviamo ai significati: se il lemma ne ha più di uno, ognuno di questi è numerato (qui abbiamo, in verde, 1 e 2), altrimenti l’unico significato è contraddistinto da un dischetto. A questo punto troviamo la spiegazione di ognuno dei significati (per esempio, qui è ‘raccolta ordinata dei vocaboli di una lingua, corredati di definizioni, spiegazioni, applicazioni, traslati, usi fraseologici e sim.’, che sta per simili), seguita da alcuni esempi d’uso in corsivo (qui vocabolario monolingue; vocabolario scolastico, tascabile, illustrato; consultare il vocabolario; tradurre con, senza vocabolario; vocabolario francese). Le locuzioni, ossia unità lessicali costituite di due o più parole, oppure espressioni ricorrenti nell’uso, sono qui indicate in azzurro, grassetto e corsivo e sono precedute da una barra verticale (qui ad esempio vocabolario (bilingue)).
L’indicazione SIN precede l’indicazione dei sinonimi, cioè una o più parole con un significato affine al lemma o a uno dei suoi significati.
A chiudere il lemma, vengono citati gli alterati esistenti: in questo caso il diminutivo vocabolarietto e l’accrescitivo vocabolarione.
Ovviamente, come accennavamo sopra, ogni lemma del vocabolario sarà un po’ diverso. Ma avere un’idea di massima della struttura di una voce può essere utile per imparare a usare meglio questo strumento che non smette mai di servirci. Il vocabolario, in fondo, non passa mai di moda!