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Parole dell’anno 2017 – Terza parte

L’ultimo dizionario ad annunciare la parola dell’anno è l’australiano Macquarie, che attende la fine dell’anno prima di pronunciarsi.


gig economy

Con gig economy si intende un modello economico in cui certe categorie di lavoratori svolgono attività autonoma, da freelance o con contratti temporanei, invece che su base continuativa e a tempo indeterminato.


throw shade

La locuzione verbale throw shade nasce nella cultura drag nera e latino-americana a New York ed entra nel linguaggio comune negli anni 1990.


upskirt

Questa forma particolarmente odiosa di molestia sessuale potrebbe presto diventare reato grazie all’iniziativa di Gina Martin, una ragazza rimastane vittima durante un concerto la scorsa estate


Property ladder

Nel Regno Unito la percentuale di chi possiede la casa in cui vive rispetto a chi vi abita in affitto è sempre stata alta; oggi però, il prezzo medio di un immobile supera di otto volte lo stipendio medio


BME/BAME

La diffusione di termini come BME e BAME si spiega col fatto che essi rappresentano un modo conveniente e succinto per riferirsi a tematiche complicate e delicate


Augmented reality

La realtà aumentata, ovvero la tecnologia che sovrappone particolari virtuali all’immagine reale, integrandola e creando un unico ambiente, spalancherà le porte su orizzonti inimmaginabili, ci dicono.


Car crash

Chiamatela curiosità morbosa, mancanza di civiltà, pessima abitudine: certo è che è dura resistere alla tentazione di rallentare per guardare un incidente


Take a knee

La locuzione take a knee (o meno di frequente take the knee) viene dal football americano e descrive l’azione del quarterback della squadra in vantaggio che, a pochi secondi dalla fine, si inginocchia (poggiando un solo ginocchio a terra) con la palla in mano per fermare il gioco lasciando trascorrere il tempo.


Magic money tree

Non c’è un magic money tree, non si può avere tutto