evadere
La parola di oggi è: evadere
evàdere 🔊 / eˈvadere /
[ vc. dotta, lat. evādere ‘andar (vādere) fuori (ex-)’ ☼ 1481 ]
v. intr. (pass. rem. io evàṣi, tu evadésti; part. pass. evàṣo; aus. essere)
❖ fuggire da un luogo di pena, da una prigione e sim.
❖ sottrarsi ai propri obblighi fiscali
❖ raro non ottemperare a un obbligo: evadere a un divieto
❖ fig. cercare di allontanarsi da situazioni, ambienti e sim. sgradevoli o insoddisfacenti anche assol.: evadere dalla monotonia di ogni giorno, dalle preoccupazioni; ogni tanto sento il bisogno di evadere
❖ † scampare da un male, pericolo e sim.
v. tr.
❖ sbrigare, eseguire: evadere una pratica di ufficio, un affare
evadere la corrispondenza, rispondere alle lettere ricevute
❖ evitare di pagare: evadere le tasse
Evadere indica propriamente il fuggire da un luogo chiuso, specialmente di prigionia; figuratamente si riferisce all’atto di trarsi fuori, anche momentaneamente, da un ambiente sgradevole o da una situazione di disagio. Distrarsi descrive un evadere con la mente, col pensiero ma accentua il carattere di momentaneità. Se questa fuga mentale assume carattere definitivo si dice dimenticare. Sfumature: ☞ sbrigare