Com’è cambiata la definizione di felicità nel tempo?

Scorpilo grazie ala sintesi che ha scritto per noi lo scrittore Marco Balzano:

Più di tutte le altre del vocabolario, felicità è una parola di cristallo, che si ha quasi paura a toccare. Montale, in una delle sue poesie più celebri, metteva addirittura in guardia chi la desiderava: e dunque non ti tocchi chi più t’ama. La difficoltà è data dalla soggettività con cui ciascuno sperimenta, sente e, di conseguenza, definisce questa qualità dello spirito. Il vocabolario ne sembra così consapevole che più che ingabbiare la parola in una definizione rigida e univoca, cerca di offrire un ventaglio di stati d’animo che spaziano dalla contentezza alla beatitudine, dalla gioia alla quiete. La civiltà occidentale, dai Greci in avanti, ha reso la felicità uno degli argomenti più indagati dalla filosofia, tanto che il dizionario la definisce anche col termine eudemonia, cioè la felicità come fine ultimo dell’agire umano.