Una parola che reca con sé un enorme cambiamento culturale e di diritto, ancora molto vivo nel dibattito.

Che cosa significava eutanasia un secolo fa e quali definizioni ne riporta oggi lo Zingarelli.

Ecco una sintesi curata da Marco Balzano:

 

L’etimologia (dal greco thanatos con il prefisso eu-) si impone in tutta la sua forza cristallina: morte tranquilla, buona morte. Nell’edizione del 1922 la definizione era composta solo dalla traduzione di queste due parole greche. In quelle successive cresce il bisogno di dire di più, come nel tempo è aumentata la nostra necessità di confrontarci con un tema tanto complesso e delicato. Si parla così di anticipazione della morte con mezzi indolori per un malato ormai ritenuto incurabile e afflitto da sofferenze lancinanti. Di seguito, nell’edizione del 1959, si registra la contrarietà della Chiesa e, parallelamente, il sostegno che alla pratica avrebbero dato invece alcuni medici e biologi. Trentacinque anni dopo il vocabolario specifica che esiste l’eutanasia attiva, che prevede la somministrazione di sostanze che portano alla “dolce morte”, e quella passiva, in cui si sospendono le cure mediche. Visto che il dibattito sul tema è vivo come è viva la lingua, c’è da supporre che le edizioni future saranno suscettibili di ulteriori chiarimenti.